Nome Scientifico: Opuntia ficus-indica
Famiglia: Cactacee
I nostri fichi d’india sono coltivati da…
Suolo e Salute, Matera
Curiosità e coltivazione biologica
Un frutto che nasce da una succulenta, che ha origini lontane, venne infatti importata dal Messico dalle prime spedizioni dopo la scoperta dell’America, il suo nome probabilmente deriva da Cristoforo Colombo, che nel 1493 credette di essere approdato proprio in India. Ancora oggi nella bandiera messicana è raffigurata un’aquila appollaiata su una pianta di fico d’India. Fu un frutto sacro per gli Aztechi, ed essendo nato per crescere in ambienti aridi e desertici, ben si adatta alle temperature del sud Italia, da cui provengono i nostri fichi d’india biologici. La pianta, anche nella produzione biologica, è una delle poche che non viene sottoposta a trattamenti quindi anche i suoi frutti sono assolutamente sani. Il fico è sostanzialmente una bacca dal sapore dolce e lievemente acidulo, che cresce sull’estremità delle foglie spinose.
Fa bene perché…
…è ha un contenuto elevato di fibre solubili che contribuiscono a dare un effetto di sazietà, oltre ad essere un ottimo rimedio per favorire la regolarità intestinale. Hanno un grosso potere anti-ossidante per la presenza di polifenoli, e contengono una buona dose di minerali come il potassio e il magnesio. Secondo alcuni studi i fichi d’india avrebbero un effetto benefico per coloro che soffrono di diabete mellito, perchè le sue fibre riducono l’assorbimento degli zuccheri e dei grassi.
Suggerimenti di eco-cucina…antisprechi!
Anche se li troverete ripuliti delle spine, in ogni caso vi consigliamo di sbucciarli adoperando un panno o dei guanti. I fichi d’india sono ideali per la preparazione di marmellate e gelatine, ma si possono consumare anche freschi.
La ricetta Facile:
Marmellata di fichi d’india
Ingredienti:
2 kg di fichi d’India maturi; 750 g di zucchero bianco semolato; 2 limoni; acqua q.b.
Preparazione:
Cominciate con la pulizia dei fichi d’India, prestando molta attenzione ad eventuali spine residue. Lavateli e privateli della buccia, poi tagliateli a dadini.
Mettete i pezzi in una pentola antiaderente e fateli appassire a fuoco lento (se serve con l’aiuto di un pò di acqua).
Ultimata la cottura passate il tutto con il ‘passaverdure’ in modo che la consistenza sia omogenea e fluida, unite lo zucchero e portate a ebollizione. Raggiunta la temperatura aggiungete il succo dei due limoni e continuate a cuocere, mescolando per almeno una mezz’oretta.
A questo punto la marmellata è pronta per essere messa nei barattoli sterilizzati, da chiudere e tenere rovesciati per creare l’effetto “sotto vuoto” ideale per la conservazione della crema fresca spalmabile.
Ideale da abbinare a un piatto di formaggi, spalmata sul pane o come marmellata per una crostata. Si sposa sia con vini rossi che con vini bianchi.