Brassica oleracea
Crocifere
Fattoria Paradello
Probabilmente ha avuto origine da un incrocio fra la rapa bianca selvatica e il cavolo selvatico. Proviene dall’area del Mediterraneo e in Germania viene citato per la prima volta nel XVI secolo. La pianta raggiunge un’altezza di 30 cm e il suo fusto si ingrossa fino a formare una specie di tubero che rimane in superficie. Esistono varietà diverse, dalle bianche con picciolo, foglie e bulbo verde chiaro alle varietà dal bulbo violaceo e dai piccioli e dalle nervature blu rossastro. La polpa è bianca in tutte le varietà e ha un sapore delicato, dolciastro e leggermente croccante.
Un ortaggio di facile produzione, gli unici rischi sono legati ad eccessi di acqua che tendono a far crepare il cavolo e favoriscono la peronospora, una malattia delle piante che provoca un po’ di ingiallimento delle foglie.
Contiene: acqua, molte fibre, vitamine B1, B2, B6 e C, minerali come il calcio, il ferro, il magnesio, il potassio e il rame, microelementi come il selenio, carotenoidi. La vitamina C che rafforza le difese immunitarie e le vitamine del gruppo B, che fanno bene ai nervi e alla pelle.
In cucina il cavolo rapa si presta a varie preparazioni, sia crudo, che cotto. Di solito si cuoce la parte ingrossata del fusto, ma le foglie contengono il triplo di vitamine. Quindi usatele scottate in acqua salata, per insaporire frittate o minestre.
Si conservano bene in frigo nei sacchetti microforati, a temperatura cantina durano tutto l’inverno, si conservano anche in salamoia come il cavolo verza. Per congelarli vanno tagliati a dadini e sbollentati per 3 minuti, poi raffreddati in acqua gelata e scolati.